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N.20 Sala e Tabacchi

La Conservazione

La conservazione per un sigaro perfetto

La conservazione di un sigaro deve rispettare dei parametri ben precisi. Un sigaro è vivo, si evolve e si trasforma. Per vivere ha bisogno di condizioni ideali di umidità e temperatura. Per quanto riguarda l’umidità, la percentuale corretta sta intorno al 70%. Se si sale troppo, oltre il 75%, il sigaro è troppo umido, non tira. Se si scende sotto il 60%, è secco, sabbioso, acido, condensa e brucia in fretta. Per quanto riguarda la temperatura, 20 gradi centigradi vanno bene. Non c’è da preoccuparsi se per qualche giorno la temperatura sale a 25 o scende di poco sotto i diciotto. Rimane qualche dubbio se la conservazione è fatta a temperature molto basse, a volte vicine allo zero. È vero che con queste temperature si uccide il bicho, ma è vero anche che il gelo impedisce ai sigari la naturale e fondamentale fermentazione dopo la rollatura. che aiuta ad armonizzare le foglie che compongono il sigaro e che determineranno il suo carattere. Non si può ibernare un sigaro. I sigari aromatici, di media e scarsa forza, vanno consumati entro i tre anni dalla loro creazione. Se prolunghiamo la loro vita fino a superare il loro limite naturale, potrebbero perdere tutto il sapore. Il freddo  è dannoso anche per i sigari che hanno bisogno di tempo per maturare. Questi sigari sono forti, corposi, pieni. Da giovani appaiono scorbutici, aspri, ancora rozzi, immaturi. Ma grazie ad anni di invecchiamento e fermentazione, le foglie trovano un’armonia tra di loro, gli oli si mischiano, e i sigari raggiungono un equilibrio diventando finalmente rotondi. Il gelo, impedendo la fermentazione, blocca la crescita, la maturazione del sigaro.E’ consigliato inoltre evitare gli sbalzi di temperatura e di umidità. La fascia potrebbe rompersi.

humidorUMIDIFICATORI

L’umidificatore è una scatola che contiene un congegno che genera e controlla l’umidità per un’ottima conservazione. Gli umidificatori hanno diverse dimensioni. Possono essere scatole elaborate e preziose, ma anche piccoli contenitori più modesti, essenziali e funzionali. Il legno è il materiale più usato, ma tavolta viene utilizzato anche il plexiglass. Per quanto riguarda l’interno dell’umidificatore, il legno ottimale da poter utilizzare è il cedro grezzo, che assorbe meglio e si sposa alla perfezione con l’aroma degli avana.

La scatola deve essere chiusa ermeticamente così da evitare dispersione di umidità e alterazioni nella conservazione. Lo spessore non deve essere inferiore al centimetro e mezzo, in modo da garantire un ottimo isolamento termico. È bene che l’umidificatore non sia troppo piccolo. Se si vuole conservare un certo numero di puros è consigliata una capienza di 70/100 sigari. E’ consigliato utilizzare una scatola  provvista di scomparti in modo da poter dividere i sigari per dimensioni, ed evitare di spostarli tutti per trovarne uno solo.

Gli strumenti che servono per determinare l’umidità sono di diversi tipi: elettrici, a pietra porosa, a polimeri sintetici o autoregolantesi. Questi vengono posizionati all’interno della scatola, sul fondo, su una parete laterale o sotto il coperchio. Gli apparecchi che determinano temperature sono adatti per umidificatori più grandi come gli armadi e stanze climatizzate (walk-in-humidor).

  • I sistemi autoregolantesi sono molto validi e richiedono scarsa manutenzione. Vanno riempiti una volta al mese con acqua distillata (o demineralizzata), e una volta ogni 5/6 mesi hanno bisogno del liquido rigeneratore delle sostanze tensio attive che contengono. E’ consigliato utilizzare il liquido fornito dalla stessa casa che produce il sistema.
  • Anche il sistema a polimeri sintetici è molto valido. L’emissione di umidità è costante, l’umidificazione ottima. Le  spugne secche contenute funzionano bene e hanno un prezzo contenuto. Durano meno degli altri (8-10 mesi), ma una volta esaurita la capacità assorbente si sostituiscono facilmente.
  • Il sistema a pietra porosa invece produce poca umidità con buona costanza e va bene per scatole piccole.

Qualsiasi sia il sistema che utilizzerete per la conservazione dei vostri sigari, vale la stessa ragola: mai esagerare con l’acqua, meglio poca che troppa. L’eccesso di umidità può creare muffe, fermentazioni improvvise e violente se associate a temperature alte. I sigari troppo umidi fumano male e non tirano.Quando l’umidificatore è pronto, prima di posizionarlo all’interno della scatola, asciugatelo in maniera adeguata, assicurandovi che non cadono gocce. Anche se siete fumatori occasionali, non dimenticatevi di prendervi cura dei vostri puros durante la conservazione. Controllateli una volta al giorno, soprattutto se l’umidificatore è di piccole dimensioni. È importante far circolare aria all’interno. Aprite la scatola, muoveteli, fateli respirare. I sigari ammassati in uno spazio molto umido e ridotto, dove non passa aria, rischiano di danneggiarsi.

È consigliato utilizzare distillata e non quella del rubinetto poichè presenta un tasso elevato di sali e calcio che possono intasare i fori di uscita degli umidificatori e di intaccare il sapore del sigaro stesso.

IGROMETRIigrometro digitaleigrometro analogico

Gli igrometri digitali, elettrici e a capello fanno molto scena, ma non sempre sono affidabili. I migliori sono molto cari. Il modello più diffuso è a capello (finto) e va tarato periodicamente. Si avvolge l’igrometro in un panno bagnato e si aspetta che dopo mezz’ora segni il 95%. A quel punto è pronto per tornare a lavoro. Nel caso in cui non segnasse 95% dopo la mezz’ora prescritta, va portato manualmente alla percentuale richiesta agendo sulla vite posta sul retro, e la regolazione è idonea.

AVVERTIMENTO Non mettete mai i sigari nel congelatore per la conservazione. Evitate le basse temperature. L’avana è un organismo che al freddo muore, come noi. Il tasso di umidità si abbassa, i sigari si seccano e la fascia si spacca.

bichoBICHO

Il suo nome scientifico è lasioderma serricorna e rappresenta il peggiore nemico per la conservazione del sigaro. Si tratta di un piccolo coleottero della famiglia degli anoidi, la stessa cui appartiene il tarlo. Questo insetto passa  tutta la sua esistenza nello stesso ambiente, e il suo ambiente ideale sono le sostanze secche, vegetali o animali. Il tabacco è il suo prediletto. È un organismo resistente che si adatta a condizioni climatiche sfavorevoli, ma prolifera a temperatura e umidità elevata. Muore sopra i 36° e sotto i 4°. Le uova, al caldo, diventano larve e cominciano a mangiare il tabacco. Crescono e diventano grandi. I buchi, nei nostri sigari, sono la sua vita.

Se troviamo nel nostro umidificatore un sigaro con uno o più fori, c’è da aspettarsi il peggio. Bisogna controllare tutti i sigari per vedere se sono infetti, uno per uno. Quelli tarlati vanno buttati. Quelli non tarlati potrebbero nascondere uova o larve. Se sono sigari costosi fumateli prima che le larve crescano. Per quanto riguarda l’umidificatore, una volta vuoto, pulitelo all’interno con un panno imbevuto di alcol etilico o di un liquore secco. Lasciatelo asciugare all’aria e al sole. Ripetete i controlli per un paio di mesi.

INVECCHIAMENTO

Dal momento in cui un avana esce dalla fabbrica, è necessario del tempo affinché le foglie si amalgamino trovando armonia ed equilibrio. Esistono rarissimi casi di sigari ottimi fumati dopo dieci anni di conservazione.  La norma prevede un anno d’invecchiamento per i moduli eleganti e raffinati, confezionati con fascia sottile. Prolungare l’invecchiamento di questi sigari vorrebbe dire rischiare che perdano corpo e aromi, divenendo piatti, evanescenti. Tre anni sono sufficienti per sigari più corposi, composti da foglie spesse, cariche di oli. I sigari secchi vanno fatti riposare nell’umidificatore, fino a due mesi nei casi più importanti. Non c’è da preoccuparsi se fermentano. Finita la fermentazione saranno pronti. Nell’umidificazione i sigari vanno conservati senza involucri di plastica o alluminio.